"Il codice degli occhi"

"Il codice degli occhi"
“Ti lascio le tue riflessioni / io sono troppo di carne/ e vivo in questo mondo/ partorita da una cicatrice azzurra.” (a.r.) ... “La poesia di Anna Rizzardi può, a prima vista, apparire semplice, quasi che si componga da se stessa. In realtà, oltre a questo dato spontaneo che diamo per assunto e imprescindibile, bisogna dire che la scrittura di questa Autrice ha e nasce da un profondo retaggio di solidi saperi e da una lunga meditazione - anche in qualità di attenta lettrice: lo stesso Leopardi infatti affermava che per essere poeti bisogna essere prima di tutto lettori - sulla tecnica e sullo stile da impiegare nei suoi scritti. A ciò non concorrono solo gli appassionati studi classici e umanistici, perché questi, da soli, non possono bastare a spiegare le capacità di scrittura, né attestano a-priori alcuna capacità poetica. È che Anna Rizzardi, con la sua profonda sensibilità, non solo scrive Poesia, ma pensa in Poesia: ha cioè un vero e innato talento, continuamente confermato da espressività poetica e cura e attenzione in ogni suo scritto. È attenzione per ogni particolare del linguaggio e attraverso quanto scritto finora, posso dire che Anna Rizzardi “dona” la sua anima al lettore che si approssima a leggere questi testi e in questi scritti il lettore trova il cuore e l’anima di questa Autrice. Sente tutto ciò e attraverso le parole scritte, il lettore ri-sente e ri-ascolta le proprie emozioni, perché Anna Rizzardi si s-porge verso il lettore." ( Carmine Valendino, Presidente dell'Associazione culturale "Luna Nera")

lunedì 25 marzo 2019


Biografia/ Recensioni * stampa/ libri 

“Ogni sua poesia è una rinascita, un’alba nuova dove lei, di volta in volta, sceglie i colori da abbinare ai paesaggi del suo poetare. Oltre alla tecnica raffinata, nei suoi versi risalta la presenza di vocaboli forti e vissuti e l’attenzione alla sonorità delle parole”



I suoi libri   




                                                                              *

Ultima pubblicazione : maggio 2019

edito da Associazione Lunanera




...ringrazio di cuore Roberta Nozza ( foto di copertina), Damiano Errico (foto all'interno), artisti della luce raffinatissimi
Chi fosse interessato a un invio immediato, (sono disponibili ancora alcune copie) puo' contattare la sottoscritta ➡️  messenger fb  / instagram 📧 annarizzardipoetry
Ringrazio chi ha gia' acquistato il libro.
I ricavati sono interamente devoluti al Meyer di Firenze- Prog.G.A.I.A. , gruppo contro gli Abusi Infanzia e Adolescenza.



~ Il silenzio bianco~ poesia, Anna Rizzardi, Ed.LunaNera

👉https://www.damianoerrico.it/blog/2020/12/12/poesia-e-fotografia/?fbclid=IwAR2jgvL04eh-OmDft7fSQMuBcWYU7EXbL9VJObekktHLFigiU8bkt7vuCBk  (ospite nel sito dell'artista Damiano Errico- sezione news 12.12.20) 




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📖In un nido d’acqua
Anna Rizzardi, “Il silenzio Bianco”
di Salvatore Cutrupi
La produzione poetica di Anna Rizzardi si arricchisce di una quarta silloge dal titolo ”Il silenzio bianco”, edita dall’Associazione Culturale Luna Nera.
Quello che colpisce in Anna Rizzardi è la coerenza del suo poetare, coerenza che riguarda i temi trattati, la musicalità del tessuto espressivo, il tono usato, una certa unità di pensiero e soprattutto la trama onirica che pervade le liriche di questo libro come quelle dei suoi precedenti lavori.
Nelle sue poesie un ruolo importante lo hanno i fiori che ritroviamo spesso nei suoi versi come se lei volesse dirci che accanto alle nostre fragilità c’è sempre una primavera che accompagna il nostro vivere, il nostro sognare, il nostro viaggiare dentro l’anima:
"e se la notte"

disusata
ai cieli
mi dileguo
in tulipani di pelle
rilegando al foglio
ramo, fiore
l’orma al piede
la nuvola alla terra
la lettera al nome
(e se la notte
diventa cielo,
non è pace
ma sosta nel tremare
segnata
dal lampo
della conoscenza)
e non c’è distanza
verde
solo labbra stampate
al giro
di ogni nuova mandata

*
✒Intervista di Salvatore Cutrupi :
-Per il titolo del tuo libro “Il silenzio bianco”, hai voluto usare una sinestesia, un’associazione di parole che appartengono a sfere sensoriali differenti. In genere i poeti utilizzano questa figura retorica con lo scopo di dare maggiore risalto alle descrizioni. Nel tuo caso, quale motivazione ti ha suggerito di scegliere questo titolo?
Il silenzio bianco è l’attimo, a mio parere, della purezza, del “sentire acceso” senza mediazioni, il momento in cui la poesia “si fa pane”.
Nel mio testo di chiusura parlo di “germinare”, ecco per me la poesia è quel seme che cresce e accresce la risposta interiore, si fa capitolo, libro e infine scivola via dalle mani in un sottile silenzio bianco.
È nel silenzio bianco infatti che l’io diventa noi… e ti permette di captare i cento colloqui che intorno a te respirano.
-Il tuo stile poetico è caratterizzato da componimenti scritti in minuscolo, per lo più brevi e sprovvisti di punteggiatura. È presente anche l’uso di trattini e dei tre puntini di sospensione, come a volere spezzare le frasi per simulare il ritmo del respiro o forse per lasciare il resto all’immaginazione del lettore.
Quale è il tuo pensiero al riguardo?
Lo stile che inconsapevolmente adotto è per rendere il lampo di mistero che appartiene all’animo umano; a volte le sensazioni che si accavallano nel cuore, fremono, confondono, aggrovigliate respirano, necessitano pertanto di stasi, pause, “sospensioni di cuore” come le chiamo io, solo così possono fuoriuscire e diventare vita sulla pagina….
In una mia poesia credo sia condensato il mio pensiero: “chissà perché/ più racchiudi insonnia e sangue/ più avanza/ il senso indefinito di te,/ che pulsa nelle ossa/ non c’è modo di spillarlo/ nemmeno con un coltello nel buio”.
“Per spillare” il mistero, lo stile deve esternare la fatica, l’insondabilità e l’imprevedibilità della parola che si fa con parto accurato carne, sillaba chiara, sintagma scarno e pulito.
-Nel libro “Con la rosa tra le labbra”, e anche in questo tua ultima silloge, il tema dominante sono i fiori. Si sa che attraverso i fiori si può manifestare il sentimento: dalla gelosia alla passione, dall’ ammirazione alla fedeltà, dall’amicizia all’amore. Cosa raccontano i “tuoi” fiori?
I fiori, come ad esempio nella poesia “baciare l’estate”, diventano sia simbolo della fragilità dell’essenza umana sia dell’attesa, del lento vivere contrapposto alla frenesia che caratterizza l’essere umano. “Prendere confidenza” con essi – cito alcuni versi del testo “e le mani” (“ho preso confidenza/ con l’indole dei fiori/ bocca sopra il morso/ sangue metamorfico/ a prova che/ al primo soffio/ entra veloce” ), significa assimilarsi al loro naturale processo di morte e rinascita, farsi diari aperti in costante, perpetuo divenire, senza rinnegare nulla di sé, sia in positivo, sia in negativo, operarsi una sorta di quotidiana metamorfosi interiore per sopravvivere all’incedere dei giorni… bisogna “spogliarsi senza prodigi” e ragionare col sangue e nel sangue…
- Quali sono i principali valori esistenziali in cui credi e come tendi a rappresentarli nella tua poetica?
I principali valori esistenziali in cui credo? Infiniti e universali, il Rispetto e il farsi altri per gli altri… A questo proposito, cito due miei testi a me particolarmente cari: “Madre blu”, (poesia selezionata per lo spettacolo del Gruppo 77, “La geografia è un destino” Itc teatro, San Lazzaro di Savena, aprile 2017) e “La tua violenza” (testo selezionato per l’antologia ‘OR-DITE! Trame d’Arte contro la violenza sulle donne’, a cura dell’Associazione Culturale Exosphere).
Nel primo testo che confesso di aver scritto con le lacrime sulle nocche, cerco di esternare con i pugni chiusi quanto sia lancinante il dramma purtroppo quotidiano di cercare la vita a costo della propria vita; basta sondare le mie parole per leggervi quanto idealisticamente bello e diverso vorrei il mondo che ci circonda:
“madre, strana parola
madre dove sei ora?
Ricordo solo la tua stretta
lancinante
prima di respirare
tutto quel blu
madre, madre blu
stai con me, qui tutti mi guardano
e io abbasso lo sguardo
– sono nato con gli occhi chiusi –”.
È nel grido silenzioso di questo bimbo che si condensa il mio urlo, il mio desiderio di cambiare l’essenza di un uomo sempre più cinico, che pensa a perdifiato a una egocentrica e quantomeno sfrenata affermazione di sé; il mondo deve assolutamente e con urgenza riscoprire il canto di sé nell’altro, deve ragionare “di mosse a braccia spalancate”, prima di assumere un triste, cupo, anonimo volto che tutto è tranne che segno di compartecipazione e apertura.
La seconda poesia da me scritta in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, contiene molto esplicito un messaggio: è il riscatto, è la presa di coscienza, è il grido di risurrezione e consapevolezza che la donna esterna per fagocitare l’odio e la brutale nonché immotivata violenza di cui spesso purtroppo è vittima. Ella vuole affermare a piene lettere, con coraggio, con ostinazione la sua totale rinascita…
“non temo più
muscoli né coltelli
in sovrapposizione perfetta
resto aggettivo
dal cuore – parola
(la tua violenza è ora cuore, acqua, acqua e cuore,
e lo sai, la donna è fiore)”.
- La poesia oltre ad essere pensiero, sentimento, emozione spesso è anche messaggio. Quale è quello contenuto nel tuo scrivere?
Credo che in particolare la poesia d’apertura de “Il silenzio bianco” possa rendere il mio “messaggio”… lascio al lettore la libertà di decifrare il sangue vivo che vi scorre…

addentrarsi nei cunicoli
nel cuore
morderne tutte le cavità
per sventrarne le opacità
captare il sangue vivo
anestetizzarlo tra i denti
è sopravvivenza ardua
congiunta alle foglie
che tremano
– è conciliazione dell’affondare
senza affondarsi –
(apri la prima persona
singolare
per captarne il canto
di cento colloqui).
~